Il succo di limone mi piace, così come mi piace il limoncello e tutti gli agrumi che esistono. Tuttavia, rimango sempre alquanto basito quando leggo delle proprietà taumaturgiche del succo di limone. Ergo, con una santa pazienza, mi sono messo a leggere e ribattere punto per punto una raccolta delle affermazioni più pretestuose che ho trovato.
Preparazione della bevanda a base di succo di limone
La preparazione è molto semplice. Ci vogliono 5 minuti. Basta spremere mezzo limone in acqua tiepida. Chi supera il peso di 70 kg dovrà utilizzare un limone intero. Perché usare acqua tiepida (a temperatura ambiente) anziché acqua fredda o bollente? L’acqua fredda o l’acqua calda richiedono maggiore energia per essere elaborate dall’organismo. Per questa ragione, se la prima cosa che si beve al mattino è tiepida o a temperatura ambiente, il corpo si risveglia lentamente e con dolcezza.
Incominciamo col dire che non si capisce cosa significa che l’acqua debba essere elaborata dall’organismo: l’acqua non subisce alcuna modificazione (Come potrebbe? L’acqua è il solvente per eccellenza e siamo fatti di acqua per il 65%). L’unica cosa che succede è che la temperatura dell’acqua deve andare all’equilibrio con la temperatura corporea. Consideriamo una variazione di 32 gradi (ossia dai 4°C dell’acqua di frigorifero ai 36 gradi del corpo umano) e 150 grammi di acqua; la variazione di Energia Libera sarà:
ΔU=4186 J∙Kg-1∙K-1 * 0.150 Kg * 32 K = 20.093 KJ = 4.8 Kcal
Un limone medio pesa 100 grammi e il succo rappresenta circa la metà in peso. Quindi un limone spremuto sono circa 50 grammi. Dalle tabelle nutrizionali scopriamo che 50 grammi di succo di limone apportano 45 KJ = 22 Kcal, ossia circa 4 volte quello che ci vuole per portare l’acqua all’equilibrio. In termini energetici, l’organismo non se ne accorge neanche. Certo, bere un bicchiere di acqua dal frigorifero a prima mattina non è la cosa più intelligente del mondo, per la repentina vaso costrizione e stimolazione del nervo vago.
Migliora la digestione
Il succo di limone ha una struttura simile ai succhi del nostro stomaco.
Quale sia il senso di abbinare ad una miscela complessa la parola “struttura” rimane per me un mistero. I liquidi, in quanto tali, non hanno alcuna “struttura”, quella semmai ce l’hanno i solidi. Suppongo che “struttura” stia per “composizione”. Il succo gastrico e il succo di limone hanno una composizione simile? Direi che definire quest’affermazione fantascienza è dire poco. Il succo di limone è fatto di acqua, zucchero, lipidi, minerali, vitamine (tra cui l’acido ascorbico o vitamina C) e fibre. Il succo gastrico, che varia durante l’arco della giornata per ovvie ragioni, è fatto di acido cloridrico, bicarbonato, muco, enzimi (pepsina e lipasi soprattutto), potassio e fattore intrinseco (una proteina che lega la vitamina B12). Vi paiono simili? A me manco lontanamente.
Rimedio per i malanni di stomaco
Il succo di limone contribuisce ad alleviare i sintomi dell’indigestione, il bruciore allo stomaco e il gonfiore.
Per quanto riguarda il bruciore allo stomaco, la risposta è: dipende. Se vi bendassi e vi mettessi una goccia di acido cloridrico su una mano e della soda caustica sull’altra, il sintomo sarebbe comunque il bruciore, ma non sapete se acido o basico. Se il bruciore allo stomaco è causato da un eccesso di acido, allora l’aggiunta di altro acido è decisamente sconsigliata; se invece è causato da un reflusso di bile, che è basica, allora l’aggiunta di un acido che mi aiuta ad abbassare il pH può aiutare. Siccome il reflusso biliare può essere causato dai batteri, un breath test al lattulosio potrebbe fare al caso vostro.
Idrata l’organismo
Rimanere idratati è molto importante. L’acqua naturale va benissimo, ma molte persone non si sentono soddisfatte con questa e quindi non bevono abbastanza. Il limone entra qui in gioco per migliorare sia il sapore che la situazione. Acqua e limone sono efficaci non solo la mattina, ma vanno bene anche se consumati durante la giornata per restare idratati.
Qui niente da dire: de gustibus non disputandum est.
Ha effetti anche sull’intestino
Aiuta anche l’attività intestinale al mattino, idrata il colon, stimola la produzione della bile e ammorbidisce le feci.
Idrata il colon: che significa? Sette metri d’intestino tenue e circa 2 d’intestino crasso e basta un bicchiere d’acqua al mattino? In tutto questo, l’intestino crasso ha proprio il compito di riassorbire l’acqua dalle feci (che comunque sono fatte per il 75% di acqua). In tutto questo, ci deve arrivare all’intestino crasso e per farsi 7 metri d’intestino tenue non ci impiega meno di un paio d’ore. Tra le piante che hanno la proprietà di stimolare la produzione di bile (colagoghe o coleretiche) ce ne sono diverse: Rabarbaro, Boldo, Carciofo, Cardo mariano, Aloe, Cicoria, Tarassaco, Rosmarino, ma non il Limone.
Aiuta ad eliminare le tossine
Limone o Viakal?
Il succo di limone aiuta a sciogliere ed eliminare le tossine che si trovano nel tratto digestivo.
Per quanto riguarda le “incrostazioni” che ci sono nel tratto digestivo, non capisco se state assumendo succo di limone o Viakal. Se non lo scioglie l’acido cloridrico dello stomaco, cosa volete che faccia il succo di limone?
Il mito delle tossine
I limoni aiutano il corpo a eliminare le tossine, evitando i danni alle cellule, ai tessuti e agli organi.
Quando non si conoscevano batteri e virus, si pensava che le malattie derivassero da intossicazioni non definite, da “miasmi”, “umori negativi” e così i rimedi (decisi a caso) servivano a “disintossicare” da queste cose. Anche oggi c’è chi propone di tutto vendendolo come “disintossicante”. Sono truffe. Il nostro organismo è perfettamente in grado di attuare le difese contro gli xenobiotici. Il Fegato ha un bel corredo di enzimi e di “pathway” metabolici degli xenobiotici in cui non appare alcun componente del succo di limone. Molti di questi enzimi hanno nuclei metallici (Ferro e Nichel) ma il quantitativo introdotto col succo di 1 limone è trascurabile.
Ha effetti sul fegato
I limoni stimolano il fegato a produrre più enzimi e a lavorare in modo più efficiente.
Ho trovato un solo articolo in letteratura in cui si afferma una cosa del genere. Si tratta di uno studio in cui 5 gruppi di 6 topi alcolizzati vengono trattati con dosi crescenti di succo di limone e si osserva un miglioramento delle funzionalità epatiche in maniera dose dipendente. Il problema è che i dati mostrano una tale variabilità (e per forza… sono solo 6 topi…) che, se ripetessimo l’esperimento con un campionamento più ampio, potremmo trovare arrivare a conclusioni totalmente differenti.
Ha effetti sul rene
Il succo di limone funge da diuretico per mantenere il tratto urinario libero dalle tossine e può anche modificare il pH, scoraggiando la crescita di batteri. Tutto ciò risulta molto utile a tutte le persone che soffrono spesso di infezioni delle vie urinarie.
Una meta-analisi mostra che, anche con quantitativi ben maggiori del succo di 1 limone non si ottiene né un aumento della diuresi, né un cambio nel pH urinario. Quindi no, neanche al rene frega qualcosa del succo di limone. Per quanto riguarda i batteri li vediamo nei paragrafi successivi.
Rafforza il sistema immunitario
Il succo di limone è ricco di vitamina C, che aiuta a rafforzare il sistema immunitario contro raffreddore e influenza.
Hai l’influenza? Fatti una bella spremuta d’arancia. Sai, per la vitamina C. Hai il raffreddore? Vai in farmacia e trovi decine di farmaci antinfiammatori con la stessa piccola molecola. Eppure la vitamina C non fa passare il raffreddore, non cura l’influenza, non abbassa la febbre né migliora alcun altro sintomo. Allora perché tutti dicono che fa bene, perché è dappertutto?
Questa credenza è un classico “Ipse dixit”, un errore di uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, Linus Pauling, Premio Nobel per la Chimica nel 1954 e Premio Nobel per la Pace nel 1962, ed è forse per questo che nessuno si azzardò a contestarlo, sulla storia della vitamina C.
Linus Pauling soffriva di rinite cronica e volle applicare il metodo scientifico per trovare qualcosa che lo facesse stare meglio. Iniziò così a sperimentare su se stesso mega-dosi di diverse vitamine, finché un giorno la sua rinite passò. Poi gli tornò, certo, d’altronde era cronico: ma tanto bastò perché Pauling trovasse nella vitamina C la panacea del suo male. Ci scrisse libri e articoli e nessuno, a quei tempi, lo poteva contestare: se un doppio Premio Nobel dice qualcosa sulla scienza probabilmente sa il fatto suo, no?
Eppure negli ultimi anni sono stati fatti molti studi per cercare di capire se la vitamina C fosse davvero efficace contro il raffreddore. Quasi tutti sono concordi: serve a pochissimo (un esempio è “Vitamin C for preventing and treating the common cold”). Nonostante la letteratura scientifica sia piuttosto chiara in proposito, la leggenda di Pauling continua a resistere, complice anche la saggezza popolare.
Ha proprietà antibatteriche e virali
I limoni hanno proprietà antibatteriche e antivirali. Aiutano quindi a combattere l’influenza e il raffreddore e a lenire il mal di gola. Chi assume questa bevanda ogni giorno avrà comunque meno probabilità di soffrire di questi disturbi.
Provate a dire questa bubbola a chi, credendo ai famigerati poteri battericidi e virucidici del limone sulla cozza, si è preso la Salmonella typhi o l’Epatite A o il Vibrio cholerae. Per quanto riguarda il raffreddore, vi abbiamo già raccontato la storia di Linus Pauling. Il fatto che il succo concentrato di limone inibisca la crescita batterica è semplicemente dovuto al suo basso pH. Inibire non significa uccidere, significa farli stare quieti fino a che le condizioni ambientali non migliorano. Se poi avete una contaminazione da batteri acidofili… gli fate solo un piacere.
Migliora l’assorbimento del ferro
Il succo di limone contiene anche ferro, altro importante nutriente. Il limone, in più, migliora la capacità di assorbire il ferro dal cibo che si mangia.
Secondo le tabelle LARN (Livelli di Assunzione Giornalieri Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana) il fabbisogno quotidiano di ferro per l’uomo ammonta a 7 MILLIGRAMMI mentre per la donna sale a 10 MILLIGRAMMI (hanno il ciclo mestruale e ne perdono parecchio). Quanto ferro c’è nei 50 mL di succo di 1 limone? 80 MICROGRAMMI, ossia circa lo 0.8% del fabbisogno. Una po’ pochino, non vi pare? L’ultima affermazione è vera. Possiamo assimilare solo il Fe(II), ma gli alimenti contengono molto Fe(III), la forma più ossidata; l’acido ascorbico si ossida facilmente ad acido Deidroascorbico; l’acido ascorbico si ossida riducendo lo ione ferrico a ione ferroso.
Riduce l’infiammazione
I limoni hanno la proprietà di eliminare l’acido urico dalle infiammazioni. Gli accumuli di acido urico sono tra le principali cause di infiammazione.
Vero, in parte. L’effetto della vitamina C sull’escrezione dell’acido urico nelle urine è veramente nullo, come si evince dalla meta-analisi citata qualche paragrafo fa. Inoltre, come si evince da uno dei tanti studi pubblicati, partendo da due gruppi, uno trattato con vitamina C e uno con placebo, la cui uricemia media è 5 mg/dL; la media di diminuzione dell’uricemia nel gruppo trattato con vitamina C è 0.5 mg/dL (una diminuzione del 10%) contro 0.09 mg/dL del gruppo di controllo. La differenza è statisticamente significativa, ma clinicamente ininfluente. Quanta vitamina C è stata somministrata per ottenere questo effetto modesto? 500 mg/die per 2 mesi, ossia l’equivalente di 26 limoni al giorno!
Riduce il muco
Acqua e limone aiutano a ridurre la formazione del catarro. Le persone che bevono latte di mucca sono spesso molto più sensibili e producono molto muco. Iniziare la giornata con acqua e limone aiuta a ridurre il muco se non si è pronti ad abbandonare i latticini.
Questo falso mito fa il paio con il raffreddore di Linus Pauling. Ogni volta che il bambino ha il catarro deve eliminare latte e derivati e prendere le spremute di agrumi. Una ricerca molto esaustiva del 1990 non trova correlazione alcuna tra il consumo di latte e la formazione di muchi e catarri; nello studio hanno tenuto sotto stretta osservazione un campione di persone soggette a raffreddore arrivando a pesare tutte le secrezioni nasali, senza rilevare alcuna differenza tra chi consumava latte e chi non lo faceva. I ricercatori hanno supposto che la combinazione di latte e bevande ricche in grassi (come appunto il latte) possa “mimare” l’effetto muco facendo si che si associ il latte appunto ad una maggiore produzione dello stesso, ma non è così, è solo una nostra percezione errata.
Che in alcuni individui il latte possa dare luogo a fastidi non graditi, vedi il caso degli intolleranti al lattosio e degli allergici al latte, è un altro paio di maniche.
Aumenta l’energia
Acqua e limone danno una spinta immediata alla giornata e migliorano l’umore.
Affermazione senza senso: 22 Kcal che spinta fornisce? Non ci sono sostanze stimolanti (caffeina, teobromina) ma solo un poco di destrosio e fruttosio, qualche vitamina e sali minerali ma in quantità tali da non giustificare mica sta spinta immediata e miglioramento dell’umore!
Cinquanta g di cioccolato fondente forniscono 250 Kcal e contengono pure caffeina e teobromina (e molti amminoacidi). Vogliamo fare il paragone?
Aiuta la perdita di peso
Anche se da soli acqua e limone non possono compiere alcun miracolo, sicuramente aiutano a raggiungere dei risultati più rapidi e a lungo termine. I limoni aiutano a combattere gli attacchi di fame, accelerano il metabolismo e danno la sensazione di sazietà, rendendo meno probabili gli spuntini tra i pasti.
Come faccia non ci è dato sapere, però sicuramente aiuta: Tarapia tapioco! Prematurata la supercazzola o scherziamo? Se hai fame e bevi, poiché il centro della fame e della sete a livello cerebrale è lo stesso (nuclei ventromediale e ipotalamico laterale), puoi ingannare lo stomaco. Sì, ma per quanto tempo? 10 minuti?
Alcalinizza il corpo
Anche se i limoni hanno un sapore amaro, sono tra le migliori fonti alcalinizzanti in natura. Troppa acidità può causare infiammazione, obesità e malattie gravi come cancro, diabete e Alzheimer.
Anche questa è una supercazzola ostantinato a malliti. Il succo di limone è acido perché è ricco di acido citrico ed ha un pH intorno a 2. Ma se è acido, come fa a rendere alcalino un pH? Il pH del sangue varia in un range molto stretto: 7.35-7.45. Leggermente alcalino. Se porti il pH del sangue fuori da questo range intervengo immediatamente polmoni e reni a farlo ritornare normale. Se ti ostini, e lo mantieni fuori da questo range per più di 15 minuti…. sei morto. A dimostrazione che sia una supercazzola, la oramai nota meta-analisi ci dice che il pH delle urine non cambia. Oltretutto, la regolazione del nostro sistema acido/base è talmente complessa che non basta certo il succo di limone a spostarla neanche di un 1 centesimo di unità di pH. Per chi è coraggioso e vuole dare un’occhiata, clicchi qui.
Ringiovanisce la pelle
I limoni sono una fonte ricca di antiossidanti, che prevengono i danni causati dai radicali liberi. Questi sono responsabili dell’invecchiamento prematuro della pelle. La vitamina C aiuta a mantenere l’elasticità della pelle e previene la formazione di rughe, oltre a diminuire la presenza delle macchie.
Sine pecunia cantantur missae e senza acido ascorbico non si fa idrossiprolina e senza idrossiprolina non si fa collagene. Il collagene è la proteina più importante dei tessuti molli e della pelle. Poiché la vitamina C non siamo in grado di farla ma la introduciamo con la dieta, quello che è scritto è vero. Sulle macchie, invece, ho seri dubbi che un poco di succo di limone le faccia sparire. Provate a chiedere ad un dermatologo se basta il succo di 1 limone per eliminare cloasmi e melasmi.
Proprietà anti-cancerogene
Gli antiossidanti del limone non solo proteggono la pelle dall’invecchiamento, ma riducono anche il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Difatti, essi sono potenti nel neutralizzare gli acidi e il cancro ama crescere in un ambiente acido. Alcalinizzare il corpo può rallentare la crescita delle cellule tumorali o rappresentare una grande modalità di prevenzione.
Ancora? Gli acidi non neutralizzano altri acidi, semmai gli alcali. E tu non sei un bicchiere di vetro: ogni volta che cerchi ci cambiare l’equilibrio acido-base del sangue esso tornerà al suo punto di partenza, pena la morte immediata. Gli antiossidanti si ossidano al posto delle nostre molecole biologiche (lipidi e acidi nucleici per esempio) e interrompono la formazione di radicali liberi.
Rinfresca l’alito
I limoni rinfrescano l’alito e combattono i batteri della bocca. Anche se i limoni sono ottimi per l’igiene orale, è bene evitare di berne il succo non diluito. L’acido citrico può infatti erodere lo smalto dei denti. Per precauzione, anche la bevanda sarà bene consumarla ricorrendo ad una cannuccia.
Per quanto riguarda l’alitosi le cause sono numerose e vanno dalla banale ingestione di alimenti particolari, come l’aglio e la cipolla, a vere e proprie patologie. Più spesso, però, l’alitosi riflette un problema locale; denti cariati o affetti da paradontosi e/o paradontite, così come una cattiva igiene orale, sono spesso associati ad alitosi. Questo sgradevole sintomo è causato dal ristagno interdentale di residui alimentari degradati dai batteri della placca; un dente cariato, ad esempio, può trasformarsi in un piccolo serbatoio di detriti alimentari, che come tutte le sostanze organiche in via di decomposizione producono cattivi odori. Fortunatamente, la saliva ed i sorsi d’acqua contribuiscono a ripulire i denti ed il cavo orale, allontanando sia i residui alimentari che i batteri; d’altra parte, il riposo notturno diminuisce il flusso salivare e ciò spiega, almeno in parte, come mai l’alito cattivo sia particolarmente comune al risveglio e nei fumatori (il fumo, oltre a contenere sostanze che conferiscono all’alito un odore sgradevole, favorisce la secchezza delle fauci). L’alitosi tipica delle infezioni rino-faringee (riniti, sinusiti, faringiti) e di alcune malattie polmonari (bronchiectasia, ascesso polmonare) è dovuta alla presenza di materiale mucopurulento e necrotico. L’alito cattivo può essere anche espressione di una patologia epatica avanzata, ed in questo caso assume un odore simile al pesce (alitosi ammoniacale), o di insufficienza renale (quando ricorda quello dell’urina); più gradevoli sono le esalazioni fruttate della chetoacidosi diabetica. Anche l’assunzione di alcuni farmaci, come certi antibiotici, può conferire all’alito un odore poco piacevole. Nel caso andate a farvi vedere prima da un dentista e poi da un medico.
Per quanto riguarda l’erosione dello smalto dentale c’è una vastissima letteratura a riguardo, che non accusa solo il succo di limone ma tutti i “soft-drink” come la Coca-Cola.
Aumenta la funzionalità cerebrale
Gli elevati livelli di potassio e magnesio della bevanda mostrano effetti benefici sulla salute nervosa e del cervello. Acqua e limone possono anche aiutare a contrastare stress e depressione. Schiarisce la mente e migliora la concentrazione, rendendola un’ottima bevanda per chi studia o per le persone con un lavoro impegnativo e stressante.
No vabbè… questa merita il premio Prof. Xavier. Abbiamo già detto che mediamente un limone produce 50 grammi di succo di limone nei quali sono contenuti 50 mg di potassio e 3 mg di magnesio. Quanto sangue circola nel corpo umano? Un essere umano di 170 cm di altezza e 70 kg di peso avrà circa 4.5 litri di sangue.
50 mg di K+/ 39.0983 grammi∙mole-1 = 1.3 mmoli/4.5 litri = 0,3 mmoli/litro
Considerando che la concentrazione media di potassio nel sangue è 3,5-5,3 mmoli/litro stiamo introducendo una quota che avrà una concentrazione dalle 12 alle 18 volte più piccola rispetto a quella circolante.
Passiamo al magnesio:
3 mg di Mg2+/ 24.3050 grammi∙mole-1 = 0.123 mmoli/4.5 litri = 0,03 mmoli/litro
Considerando che la concentrazione media di magnesio nel sangue è 0,6-1,15 mmoli/litro stiamo introducendo una quota che avrà una concentrazione dalle 20 alle 38 volte più piccola rispetto a quella circolante.
Mo ditemi voi: il cervello si accorgerà della quota di potassio e magnesio introdotta con 1 limone? Sull’effetto antidepressivo non mi pronuncio neanche.
Riduce la voglia di caffeina
Molte persone diminuiscono l’assunzione di caffeina sostituendo il caffè mattutino con acqua tiepida e limone. Questo permette di sperimentare una spinta di energia molto simile anche senza il caffè.
Questa cosa della spinta energetica, l’abbiamo già spiegata sopra. Però, secondo me, se stai prendendo troppo caffè e il medico ti ha detto di ridurlo… metti il limone nel caffè e vedi che sicuramente ne prendi di meno. Se, invece, hai la macchina per il caffè con il beccuccio per il vapore, prendi un po’ di scorza di limone senza albedo (la parte bianca), mettila in un bicchiere tipo tumbler (stretto e lungo) e usa il vapore per estrarre gli oli essenziali della scorza. Togli la buccia e in quel bicchiere fai un bel caffè ristretto e otterrai il “Caffè al limone” tipico delle mie parti: la mia bella Napoli.